“Con l’euro lavoreremo un giorno di meno guadagnando come se lavorassimo un giorno di più.”
(Romano Prodi)

La storia ha dimostrato l’esatto contrario.
A motivo delle crescenti problematiche economiche di un’Italia passata da essere la quinta potenza mondiale ad avere una popolazione tra quelle coi salari più bassi d’Europa, il compromesso tra denaro e salute sembra quasi accettato dalla collettività. La cosa triste è che in un mondo normale, la domanda che da titolo a questo articolo, non dovrebbe neanche porsi.
I dipendenti della Tirreno Power di Vado Ligure (SV) recentemente pronunciavano lo slogan “senza lavoro non c’è futuro”. Come dargli torto. Ma è sensato barattare la salute pubblica in nome del lavoro? Assolutamente no!
Ho vissuto sulla mia pelle il problema inquinamento e sono ancora un privilegiato che è sopravvissuto. Ma i dati mondiali pubblicati recentemente dall’OMS (fonte rainews.it) parlano di 12 (dodici) milioni di morti ogni anno per conseguenze legate all’inquinamento! Ha senso che per il benessere (di pochi) debbano soffrire e morire così tante persone? Solo in Italia sono morte di cancro 175.000 persone solo nel 2011, 3 persone ogni mille abitanti.
Ogni famiglia è stata toccata da un qualche problema di salute più o meno serio. Oltretutto, la mancanza di tutela della salute non ha nemmeno prodotto un risultato economico a beneficio delle famiglie, ma solo a vantaggio di chi, come l’esempio della Tirreno Power, non avrebbe rispettato le normative di legge per limitare i livelli di inquinamento.
E se tutto questo è andato avanti per decenni nel “civile” Nord Ovest d’Italia, non oso immaginare quali catastrofi in nome del dio denaro staranno accadendo nei cosidetti Paesi in via di sviluppo.
Nel mio piccolo cerco di promuovere l’energia da fonti rinnovabili e mi auguro che sempre più persone abbiano a cuore un tema così importante.